Edizione 2014
Aglientu Summer Blues Festival
L’Associazione Culturale “La Muita” è una realtà oramai consolidata nel panorama culturale e musicale della Gallura.
All’inizio dell’anno 2008 veniva deciso da un gruppo di giovani di Aglientu, spronati dall’Amministrazione Comunale, di iniziare un nuovo percorso socio-culturale che si diversificasse da quanto già presente nel territorio. In un primo momento è nato un movimento spontaneo denominato “Comitato Arte&Cultura” che ha fatto nascere l’idea innovativa per il territorio di puntare ad organizzare un progetto musicale, facendo germogliare in tal modo la prima edizione dell’ “Aglientu Summer Festival”, che si è svolto ad Aglientu il 18-19 e 20 agosto 2008. La manifestazione già dalla prima edizione ha suscitato nella popolazione e nei turisti presenti sul litorale aglientese e non solo, una notevole partecipazione ed interesse. A seguito di questa positiva esperienza il gruppo di giovani diventato sempre più numeroso, decide di costituirsi in una vera e propria associazione, così il 5 febbraio 2009 nasce l’associazione culturale “La Muita”. L’Associazione ha come finalità la promozione della cultura in ogni sua forma, nonché la diffusione di attività ricreative e sociali al fine di stimolare la partecipazione e l’impegno civile degli associati in modo di favorirne il progresso, lo sviluppo e la conoscenza.
Subito dopo la sua nascita “La Muita” si dimostra immediatamente intraprendente, con delle idee innovative a partire dall’organizzazione della 2^ edizione dell’ “Aglientu Summer Festival” che diventa, per una precisa scelta artistica degli associati, un festival prettamente “Blues”. In tal modo il festival si inserisce immediatamente nel panorama musicale sardo creando con la sua particolarità una esplosione di novità nel nord sardegna. Il tutto grazie anche alle scelte artistiche attente che hanno portato a calcare i palchi del festival, già dalla seconda edizione, artisti blues provenienti da tutte le parti del mondo, decretando così un successo di pubblico e di critica.
I giovani di Aglientu nell’anno 2009, grazie al crescente sostegno ed entusiasmo della popolazione, hanno deciso di dare una continuità temporale alla programmazione con la creazione della sessione invernale del festival. Nasce così “Aglientu Winter Festival” organizzato per riproporre anche durante il periodo invernale, non solo per i turisti, un evento al chiuso di quattro serate, caratterizzate da tre concerti prettamente acustici e dal gran finale che ha permesso per la prima volta di ospitare ad Aglientu all’interno della chiesa parrocchiale, i più rinomati cori gospel americani, confermando il successo delle iniziative proposte.
Con le edizioni successive si sancisce definitivamente il successo dell’“Aglientu Summer Festival”, oramai divenuto un appuntamento fisso nel panorama musicale nel nord sardegna. Il 18-19 e 20 agosto Aglientu viene invaso per tre giorni da migliaia di appassionati, che hanno la fortuna di assistere alle esibizioni di big del blues mondiale quali Louisiana Red e Roy Roberts, della stella del blues europeo Ana Popovic, del poliedrico artista Andy J Forest o del multi-talentuoso Sir Waldo Weathers che per anni ha suonato di fianco ad artisti come James Brown o Johnny Taylor e di tanti altri artisti italiani e non che per tre giorni si alternano tra le due location dell’anfiteatro comunale e del centro storico.
Anche per la settima edizione del Festival 2014, i ragazzi della “Muita” stupiranno il pubblico con artisti di fama internazionale. Come di consueto la summer session si svolgerà dal 18 al 20 Agosto 2014, con due concerti per serata a partire dalle ore 21:00 presso l’Anfiteatro Comunale, per poi chiudere presso il Centro Storico dell’abitato di Aglientu.
Di seguito vengono esplicate alcune proposte per l’edizione 2014.
18 Agosto - Ore 21:30
CHARLIE MUSSELWHITE (USA)
Superb, original and compelling....harmonica master Musselwhite sets the standard for blues. Rolling Stone. La vita del genio dell’armonica Charlie Musselwhite può essere letta come una classica canzone blues: nato in Mississippi, cresciuto a Memphis ed educato nel South Side di Chicago.
Rivoluzionario artista sin dai primi anni ‘60, Musselwhite continua a creare innovativa musica rimanendo allo stesso tempo fermamente legato alle radici del blues. Le sue particolari vocalità, la melodica armonica e il sound profondamente country blues della sua chitarra, accompagnano perfettamente le sue spesso autobiografiche e sempre memorabili originali canzoni. Living Blues parlando di lui dice “Le sue vocalità fortemente rock ti travolgono lentamente prima che tu te ne accorga. Suona magnificamente l’armonica con una superba destrezza e fraseggio. Il risultato è sorprendente.” Uno dei più venerati musicisti blues, rispettato cantante e compositore, durante la sua leggendaria carriera ha vinto innumerevoli premi tra i quali ricordiamo i più recenti: “Traditional Blues Male Artist of the Year” e “Best Instrumentalist Harmonica” ai Blues Music Award del 2012, “Most Outstanding Musician” (come armonicista) ai Living Blues Awards del 2011 e “Best Instrumentalist“ (Harmonica) e “Traditional Blues Male Artist of the year!” ai Blues Music Award dei 2011, incluso l’introduzione nella Blues Hall of Fame nel 2010 e collaborazioni con innumerevoli giganti dei trascorsi 50 anni incluso Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Big Joe Williams, Little Walter, Sonny Boy Williamson, Tom Waits, Eddie Vedder e il grande Hooker, giusto per fare qualche nome.
In ben 43 anni di carriera ha realizzato più di 30 album, tre dei quali: Ace Of Harps (1990), Signature (1991) e In My Time (1993), realizzati per Alligator Records, tuttora rimangono i migliori titoli venduti. Dopo il grande successo di The Well (2010) e le conseguenti nomine come “Album of the year” e “Traditional Blues Album of the year” ai Blues Music Awards del 2011 è il primo lavoro “full band” della sua lunga carriera, la più personale ed emozionale serie di brani che abbia mai creato, arriva, nel 2013, Get Up! Nato da una solenne e “troppo rara” collaborazione di due grandi artisti, Charlie Musselwhite e Ben Harper, è un moderno classico blues che guarda al gospel, alla tradizione, al country e al R&B. Fan del virtuoso armonicista sin dalla giovane età, Ben Harper viene presentato
al suo idolo al Bay Blues Festival di Byron (Australia) nel 1996, nonostante la differenza di età e ambiente musicale i due trovano subito un’intesa che si conferma nel 1997 durante un’esibizione per John Lee Hooker; da allora parte una collaborazione continuativa in lavori quali Don’t Give Up on Me di Solomon Burke, Sanctuary di Charlie e Both Sides of the Gun di Harper. “Tutto è partito dalla session con John Lee Hooker” dice entusiasto Ben Harper “Perfino John Lee ne parla dicendo – yeah, yeah, you guys…that’s good Yeah, yeah. You should stay with that. Do that - ” Prodotto da Ben Harper con la collaborazione del tecnico Sheldon Gomberg, della grandiosa band composta da Jason Mozersky alla chitarra, Jesse Ingalls al basso e Jordan Richardson alla batteria e dal produttore, vincitore di numerosi Grammy, Chris Goldsmith, questo album ha un fascino senza tempo, come se fosse stato registrato 40 anni prima ai Chess Studios di Chicago.
L’approccio richiamato da questa chimica è della vecchia scuola ma l’assetto, insolente, assertivo, disarmante e vulnerabile è decisamente moderno, un lavoro a cui Harper ha sempre aspirato ma che necessitava di essenziale esperienze di vita. “Quando un cantante e compositore (Ben Harper) e una leggenda del blues (Charlie Musselwhite) uniscono le loro teste e i loro cuori nel nome della buona musica, il risultato di scale, echi, riff e riflessioni è destinato ad essere un vibrante capolavoro…” Paste Magazine La personale storia di Musselwhite è quel tipo di romanzo in cui il protagonista potrebbe vendersi l’anima ma il suo spirito indomabile è creato appositamente per lui. Tempi difficili hanno caratterizzato una parte importante della sua vita forgiandolo come l’eroe della classe dei lavoratori, che guardano a lui come uno di loro. I suoi fans provengono dalle più svariate classi sociali e ambienti musicali: giovani moderni, veterani del Vietnam, carcerati, bikers, affezionati del jazz, vecchi hippies e fan dell’hard-core. Legato alla sua tradizione musicale, è attratto dallo scrivere e cantare quello che lui chiama “musica che viene dal cuore”, in accordo con quello che lui stesso afferma “tutto riguarda i sentimenti e il rapporto con gli altri, e il blues, se è vero blues, è carico di sentimenti, non riguarda la tecnica ma la vera connessione e comunicazione con le persone.” Nato il 31 gennaio del 1944 da una famiglia di manovali in Kosciusko, Mississippi, cresciuto
ascoltando il blues, hillbilly e gospel alla radio e fuori dalla porta di casa, si trasferisce presto con la famiglia a Memphis dove, ancora ragazzino, lavora come scavatore. Affascinato da questa musica inizia a suonare la chitarra e l’armonica nonostante non sia per niente facile per un povero e bianco ragazzo crescere in una città come Memphis dalla ricca influenza musicale; si sente come un vagabondo e uno straniero (temi che hanno inspirato e perseguitato la sua musica fino ai nostri giorni), ancora adolescente assiste a ricevimenti organizzati da Elvis Presley, conversando con molti musicisti locali incluso Johnny Cash e Johnny Burnette ma il giovane è più interessato ai veterani bluesman di Memphis come Furry Lewis, Will Shade e Gus Cannon. Seguendo il percorso di tanti altri si sposta a Chicago cercando un lavoro ben pagato e, mentre di giorno lavora come manovale, la sera si intrattiene nei blues club coltivando delle amicizie con grandi icone come Little Walter, Big Walter, Sonny Boy Williamson, Big Joe Williams, Muddy Waters e Howlin’ Wolf costruendosi molto presto un impressionante reputazione “passaparola”, iniziando così a venire pagato per suonare nel quartiere dove vive nel South Side. Il famoso giornalista blues Dick Shurman dice “Tutti gli artisti blues neri di Chicago apprezzavano Charlie come persona, lo sentivano come uno di loro, un ragazzo del sud con una profonda propensione per il blues” Il suo primo album è Chicago/The Blues/Today!, realizzato in collaborazione con Big Walter Horton sotto il nome di Memphis Charlie, il primo lavoro con l’etichetta Vanguard Records. Grazie al contratto con la stessa Musselwhite riesce a prendersi un amplificatore per la sua armonica, accontentando così il nuovo pubblico di giovani bianchi rocchettari che lo scoprono come la personificazione dell’icona cool e contro-tendenza che ammirano. Dopo il suo primo LP Stand Back! Here Comes Charlie Musselwhite’s South Side Band viene abbracciato dalla crescente giovane cultura di opposizione e dal nuovo emergente rock progressivo. Ormai presenza stabile sulle scene musicali si sposta a San Francisco dove suona spesso
al famoso Fillmore; durante gli anni realizza album per varie etichette e vari generi musicali, spostandosi dal puro blues ad un mix di elementi musicali di jazz, gospel, Tex-Mex, Cubana e world
music, guadagnandosi nuovi fans ogni volta. Si esibisce nazionalmente ed internazionalmente per ben quattro decadi diventando il più conosciuto e amato musicista blues del mondo.
Ospite in numerosi album accanto a grandi nomi quali Tom Waits, Eddie Vedder, Ben Harper, John Lee Hooker, Bonnie Raitt, The Blind Boys of Alabama, INXS e la più recente con Cyndi Lauper per l’album “Memphis Blues”, ha condiviso lo stage con innumerevoli musicisti rock e blues. Introdotto nella Hall Blues of Fame nel 2010 viene nominato ben 6 volte ai Grammy Awards e ne vince ben 24.
The San Francisco Chronicle dice “È uno dei migliori e come bluesman è vero proprio come appare”
Definito da Down Beat “campione incontrastato dell’armonica blues” ad oggi è vitale e creativo come lo è stato in molti momenti della sua lunga carriera, in aggiunta ai suoi numerosi impegni viene ospitato settimanalmente dello show radiofonico “Charlie’s Backroom,” della KRSH-FM di Santa Rosa, California. Si considera un allievo da tutta la vita che cerca costantemente di perfezionare il suo lavoro che con The Well e Get Up! ha veramente superato sé stesso.
Il suo blues, impartito dalla sua conoscenza e dal buon senso della sua umile provenienza sono una finestra nella profonda anima del Mississippi.
SAX GORDON (USA)
Il sax più incendiario mai ascoltato al Bravo ancora con i Groove City ! Gordon Beadle, di Detroit, ha fatto le sue prime esperienze musicali nella California settentrionale, arrivando ad esibirsi con il gigante del Blues della baia di San Francisco, John Heartsman. Fin dagli inizi Gordon ottiene notorietà per lo stile del suo sassofono dal suono potente e ardito, e la capacità di infiammare il pubblico. Da quando è a Boston, Gordon è diventato uno dei sassofonisti più richiesti nel suo ramo. Attualmente collabora con alcuni dei più importanti artisti di Rhythm'n'Blues del mondo. Ha suonato con musicisti riconosciuti e rispettati come Clarence "Gatemouth" Brown, James Cotton, Ben E. King, e Mighty Sam McClain. Quale membro della house band originale della House Of Blues di Cambridge, Massachusetts, è stato spalla di gruppi come quelli di Junior Wells, Hubert Sumlin, Charlie Musselwhite e Joe Walsh ed è stato in tournée con la Blues Brother Matt "Guitar" Murphy Band. Da non perdere! Sax Gordon, nato a Detroit, Michigan, è uno dei sassofonisti più richiesti nel suo ramo, sia negli studi di registrazione che nei locali e nelle sale da concerto in giro per il Mondo. Fin dagli inizi Gordon ottiene notorietà per lo stile del suo sassofono dal suono potente e ardiro, e la capacità di infiammare il pubblico.
19 Agosto - Ore 21:30
B.B. & The Blues Shacks (DE)
È considerata la migliore blues band attualmente in circolazione in Europa, questi cinque musicisti tedeschi, si sono guadagnati negli anni una solida reputazione. Per 25 anni sono in viaggio in tutto il mondo. Il risultato: circa 4.000 concerti e numerosi riconoscimenti del "tedesco Blues Award" per il premio come migliore blues band in Europa dagli editori musicali francesi.
Si sono esibiti a Dubai, il Festival Doheny di Los Angeles e al Festival di Byron Bay in Australia con artisti come Bob Dylan, BB King e Elvis Costello di fronte a decine di migliaia di spettatori.
ITALIAN BLUES ALL STARS
RUDY ROTTA, MIKE SPONZA, MARCO PANDOLFI, MAX LAZZARIN
Rudy Rotta, diabolico chitarrista ormai celebre nell’ar-co dell’intero circuito blues mondiale, é nato musicalmente a Lucerna (Svizzera) dove la famiglia era emigrata all’inizio degli anni ‘60. Rientrato in Italia all’età di diciotto anni ricco di un importante bagaglio tecnico e culturale affronta il duro cammino on the road senza compromessi ed esitazioni e rivela immediatamente, nel corso delle sue innumerevoli esibizioni live, le sue grandi doti di front-man. Il suo stile aggressivo e disciplinato al tempo stesso, abbinato alla strepitosa velocità sulle sei corde ed alla voce graffiante, gli permette ben presto di raccogliere le prime soddisfazioni all’estero nel corso delle sue partecipazioni ai festival europei più significativi. Chitarrista, cantante ed eccellente compositore, viene ormai annoverato nell’olimpo dei migliori artisti blues a livello internazionale dalla stampa più qualificata europea e statunitense. Con la sua strepitosa band, in questi ultimi tempi, ha scalato la scena mondiale partecipando con enorme successo (testimoniato anche dai colleghi d’oltre oceano) alla “ULTIMATE R.&B. CRUISE” nel Mediterraneo in compagnia di artisti del calibro di Luther Allison, Buckwheat Zydeco, Katie Webster, John Mooney e John Mayall (che, entusiasta della sua musica, ha simpaticamente chiesto ed ottenuto di unirsi al gruppo di Rudy, al pianoforte, nel corso di un intero concerto). Ed ecco finalmente la grande soddisfazione di essere invitato al Kansas City Blues Festival dove divide il palco con Al Green, Taj Mahal, Brian Setzer davanti a ventimila americani letteralmente entusiasmati dalla sua esibizione a tal punto da farlo eleggere quale massimo referente del blues europeo (... Rudy Rotta: europe’s top act !). In seguito a questa affermazione vola a Kansas City per registrare dal vivo al “Grand Emporium”, considerato l’Olympia degli USA, il CD “Live in Kansas City” (Acoustic Music Records). Ha partecipato nel Gennaio ‘97 alla “ULTIMATE R.&B. CRUISE” nei Caraibi, accanto a leggende quali Etta James, Fabolous Thunderbirds, Taj Mahal e tanti altri capostipiti aggiungendo un ulteriore prezioso tassello al suo curricuum. Il futuro di Rudy é sempre più a stelle e strisce grazie alle già collaudate collaborazioni con B. B. King, Allman Brothers (alla House of Blues di New Orleans), Maria Muldaur, Luther Allison, John Mayall, Double Trouble, Valerie Wellington, Champion Jack Dupree, Clarence Brown, Joe Louis Walker, Roomful of Blues, Zora Young, Carey Bell, Sugar Blue, Lowell Fulson, Coco Montoya, Karen Carroll, Kim Wilson ed agli ambiziosi progetti in corso. Vene ospitato sul palco da John Mayall al “Delta Blues”, al “Nave Blues” e alla “House of Blues” di Boston nell’estate del 1998. Negli ultimi anni Rudy è stato sempre più richiesto in Europa; in particolare ha registrato per la BBC Inglese e per il famoso canale radiofonico ‘Jazz FM’ di Londra; ha partecipato inoltre al ‘The Great British R&B Festival’ a Colne. Il. 2013 è stato un anno ricco di importanti soddisfazioni per Mike Sponza, che dopo 20 anni di carriera artistica ed una discografia con oltre 10 album a suo nome, si afferma sempre più come uno dei principali esponenti del blues europeo. Il suo ultimo doppio album "Continental Shuffle", che riunisce ben 35 musicisti da 13 stati europei, ha solidificato la credibilità di Mike e il suo spessore artistico sulla scena internazionale. Mike negli ultimi anni si è guadagnato appellativi come "guru del blues italiano" (Corriere della Sera, 2009), come "il più lungimirante bluesman europeo" (Blues Matters - UK, 2009), nonché recensioni a 5 stelle, interviste e copertine sui maggiori music magazine del continente (ultima in ordine di tempo su Soul Bag, in Francia: il primo italiano intervistato in 44 anni di pubblicazione…). La collaborazione con Bob Margolin, leggendario membro della Muddy Waters Band, si è concretizzata in pochi mesi in tour che hanno totalizzato "sold-out" in Francia, Germania, Olanda, Belgio, Danimarca, Ungheria, Slovenia, Serbia, Croazia e Austria. Bob ha scelto immediatamente la Mike Sponza Blues Convention (una band italiana!) per la produzione del suo nuovo album ufficiale pubblicato negli Stati Uniti per la Vizztone Record e distribuito in tutto il mondo da marzo 2012 (10ma posizione nelle Blues Charts USA!), con il quale ha ricevuto la nomination ai BMA '12 come migliore artista di blues tradizionale. La Mike Sponza Blues Convention può contare su una sezione ritmica definita una delle migliori d'Europa ("it's like a man with four hands!"), con Mauro Tolot al basso e Moreno Buttinar alla batteria; Matej Kuzel, senza dubbio uno dei più dinamici sassofonisti in circolazione, è un gran virtuoso dello strumento a cavallo tra blues e jazz. Per il 2013 il quartetto ha deciso di andarci giù pesantemente con uno show denso di blues moderno composto da brani originali che pescano senza paura dal sound delle radici come dal R&B dal rock e dal soul.
Negli ultimi anni Mike Sponza ha inoltre collaborato con Ian Siegal, ormai acclamato come il più importante bluesman inglese contemporaneo, e con altri artisti britannici come Georgie Fame, Dana Gillespie, ed americani come il compianto Louisiana Red, Angela Brown, Carl Verheyen. Dal 2005 è il promotore della "European Blues Convention", unico "collettivo blues" internazionale stabile. Marco Pandolfi si è fatto conoscere nell'ambiente del blues grazie alla collaborazione con numerose formazioni, la partecipazione a diverse rassegne ed il contributo alla realizzazione di alcune registrazioni discografiche. Allievo del grande WILLIE MAZZER, si è esibito a lungo con CLAUDIO BERTOLIN, BARRELHOUSE BLUES BAND, RAFFAELE BISSON ed ENRICO CRIVELLARO. Ha collaborato saltuariamente con la MORBLUS BAND, sia dal vivo che su disco. Ha suonato in concerto con RICHARD RAY FARRELL, SANDRA HALL, CHICAGO BOB NELSON, LAZY LESTER, JIMMY CARL BLACK (ex batterista di Frank Zappa), BIG JESSY YAWN, , NICK BECATTINI, FRANCESCO BOLDINI, ALAN KING, JAMES THOMPSON… Ha aperto i concerti di MAURICE JOHN VAUGHN (con Morblus Band), dei SOUL STIRRERS (con Raffaele Bisson) e di JOHN MAYALL (con Morblus Band e TOLO MARTON al Nave Blues Festival 1998). Ha partecipato al seminario tenuto in Italia dall'armonicista chicagoano BILLY BRANCH. Inoltre Pandolfi si è fatto apprezzare anche in ambiti musicali diversi dal blues suonando con musicisti del calibro di RUGGERO ROBIN, ROBERT BONISOLO, MINO MISTRORIGO etc. Con FEDERICO STRAGA' ha avuto modo di farsi conoscere anche nel mondo della musica "leggera", registrando la versione acustica de "L'astronauta" e suonando dal vivo in importanti manifestazioni nazionali (tra l'altro anche al Forum di Assago - MI), trasmissioni radiofoniche (Radio Dee Jay, Radio Dimensione Suono) e televisive (Dee Jay TV, Viva TV). Con RICHARD RAY FARRELL ha suonato in Italia, Svizzera e Spagna.Ha partecipato alla tournée in Inghilterra di ADRIANO VETTORE & BELLA BLUES BAND, esibendosi, tra l'altro, al festival blues di Darlington. Negli Stati Uniti ha avuto l'occasione di suonare con J.J. "BAD BOY" JONES, KIRK FLETCHER, LYNWOOD SLIM, FREDDIE BROOKS. Max Lazzarin, in attività da una ventina d’anni, di cui dieci attraversando a 360° il mondo del Blues, Max “Alligator” ispira il suo sound, pianistico e vocale, alle atmosfere della New Orleans music, eseguendo sia brani propri che grandi classici reinterpretati. New Orleans, da buon crocevia di razze e culture, ha prodotto, come in tutte le sue espressioni, una musica “contaminata” in cui si riconoscono sonorità caraibiche, funky e gospel sempre mutuate dal blues ovviamente.. Max, volendo fare proprio il background culturale che ha prodotto tali risultati, prosegue a mescolare ed “inquinare” il suo suono con tutto ciò che in qualche modo lo ha segnato artisticamente.. Grazie anche alla produzione di Abnegat Records.
20 Agosto - Ore 21:30
MANNISH BOYS (USA)
Non esiste formazione di blues contemporaneo che raccolga sotto lo stesso tetto così talenti. Loro sono “Mannish Boys“, il gruppo dei sogni e finalmente ottenuto dal produttore Randy Chortkoff, e fra i componenti scorrono i nomi di Lynwood Slim, Jody Williams, Rick Holmstrom, Larry Taylor, Neil Innes, Kid Ramos, Frank Goldwasser (conosciuto anche come Paris Slim), Johnny Dyer, Bobby Jones, Mitch Kashmar, David Woodford, Finis Tasby.
“Big Plans“ è l’album perfetto di un, fino ad oggi, impensabile dream team del blues californiano e in prevalenza losangelino che, seguito disco dopo disco, sta dimostrando una pertinenza e una originalità che va incrementandosi da una registrazione all’altra.
Considerato il numeri di talenti su piazza sarebbe facile pensare a una sovrapposizione ma basterà scorrere le note per rassicurarsi. Il traffico di talenti in questo “ Big Plans” è perfettamente orchestrato.
Molte le composizioni originali che rendono credibile la proposta e fanno sentire il polso del blues moderno che laggiù in California, più che altrove, grazie al lavoro della Delta Groove capace di individuare un segmento preciso d’azione, pare crescere e non recedere come altrove.
Le differenze fra un pezzo e l’altro nel disco ci sono e si sentono : Jody Wlliams intona la sua “I got so worried” con la chitarra tutta californiana di Kid Ramos che ricorda - come già in altre sue registrazioni il miglior Pee Wee Crayton mentre, pochi brani più avanti Chortkoff paga un onesto tributo al rock blues dei primi settanta con la sua “Mine all Mine“ in cui svetta la sua armonica.
Disco pensato innanzitutto per chitarristi e cantanti e per portare sui palcoscenici di tutto il mondo una vera e propria revue, “”Big Plans” ha un bel groove radicato alla radice del suono, la formazione non scappa mai via pur non aggiungendo niente di nuovo a ciò che avevamo già ascoltato da questi grandi musicisti i passato.
Dietro al logos “The Mannish Boys” c’è tutto il parlament star talentuoso del Californian Blues Mesh - più che altro Losangelino - riunito in una superband dal produttore Randy Chortkoff - anch’esso membro -, e avviata per scommessa circa quattro anni orsono in casa Delta Groove. Doveva essere una cosa breve, una rimpatriata tra musicisti, invece ne è nato un progetto altisonante dai grandi riscontri, tanto che “Lowdown Feelin” è già il quarto album della band che circuita nel mondo. Settanta minuti di grande blues, pregno di Delta groove in 17 brani che confermano totalmente ogni aspettativa di roba buona, sopraffina, brani che conservano integralmente lo spirit del blues elettroacustico, guardando negli occhi i miti di Muddy Waters, Sonny Boy Williamson e Howlin’ Wolf. Tra le fila di questa all star band scorrono le firme sonore del miglior blues attuale: Bobby Jones (già vocal degli Aces), Finis Tasby e Johnny Dyer alle voci, Richard “Big Foot” Innes alla batteria, Tom Leavy e Ronnie James Weber al basso, Randy Chortkoff voce aggiuntiva e armonica, e infine la triade chitarristica che vede alfieri Frank “Paris Slim” Goldwasser, Kirk “Eli” Fletcher e Kid Ramos. Dicevamo 17 brani che spaziano dal blues standard all’elettrico, dal soul allo shuffle chicagoano, che fanno rivivere appieno il conturbante maleficio della Musica del Diavolo. Nel disco non mancano guest di primo livello quali: gli armonicisti Al Blake e Lynwood Slim, Junior Watson e Fred Scribner alle elettriche Gretch, Fred Kaplan all’Hammond e tastiere varie e Little sammy Davis voce e armonica. Giusto per dovere di cronaca – dal momento che ognuna delle tracce proposte è un capolavoro a sé – potete testare “Good Times” trascinante slow ballad velata di tristezza, “Walking Blues” imbastito sulle forti corde vocali di Jones, una puntatina su “Fine Lookin’ Woman” compunto shuffle scritto e suonato dall’ottuagenario Little Sammy Davis, il veterano per eccellenza della band, come perdervi per alcuni minuti negli assoli roventi di chitarra di Junior Watson in “Death Letter Blues”. Un grande album revue che rincalza le roots del Delta e quel “wild thing” che non finirà mai di scorrere lungo le strade blù che drappeggiano la storia musicale afro-americana. Se per caso avrete modo di acquistare o ascoltare in prestito questo disco, fate una cosa: alzate il loud al massimo perché lo sciabordìo del Mississippi tende a coprire tutto.
TODD SHARPVILLE (USA)
Senza dubbio, Todd Sharpville è uno dei chitarristi più caldi della scena blues attuale nel mondo. I suoi spettacoli sono famosi per essere molto intensi, emotivamente e pieni di spirito. Tra ultimi capolavoridiscografici da citare il doppio album con la collaborazione di un'altro suo grande amico : Duke Robbilard. L'album ottiene il plauso della critica, vincendo il "Miglior Album" nel 1994 in British Blues Connection premi . Ha vinto il British Connection Blues Eletto migliore chitarrista UK nel 1995 battendo gli altri candidati Eric Clapton e Gary Moore.
Vanta innumerevoli collaborazioni con grandi musicisti come Robbie Williams , Van Morrison , Peter Green , George Michael , Taj Mahal , Albert Collins , Georgie Fame , Kim Wilson , Joe Louis Walker , Tommy Castro , Brian May , e la versione riformata di The Yardbirds.
Tra il 2005 e il 2007, Sharpville era l'atto di apertura europea per Rosa , Joe Cocker e BB king.
Il suo nuovo doppio album azzurri, dispone di ospiti: Duke Robillard , Joe Louis Walker , e Kim Wilson (dei The Fabulous Thunderbirds ).